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Contribuire ora al risveglio spirituale di una nuova umanità

Questo nostro stile di vita è insostenibile, al crepuscolo. Questa nostra civiltà è già da tempo in crisi, in una spirale involutiva all’interno di un ciclo esistenziale che si dispiega a livello cosmico.

È ora di prepararci perché i cambiamenti stanno accelerando, e condizioneranno molte prossime generazioni.

Domani comincia un’altra ispirante avventura che possiamo condividere e vivere assieme.
Ho scelto di dedicare questo seminario alla ricostituzione della gioia e della luce interiore, per le quali ha senso impegnarsi e lottare per un mondo migliore anche in mezzo alle più grandi difficoltà.
Auspico che questo impegno sia percepito da tutti voi come un invito al risveglio spirituale in tempi di depotenziamento sistematico dell’essere umano e di incontrastabile tecnocrazia imperante, che governa il mondo, anche con velate strategie malthusiane ed esplicite operazioni zootecniche.

Per questo motivo trovo più che mai necessario leggere l’attualità con gli occhi dei grandi classici dell’India, dei maestri d'Oriente e d'Occidente, non solo per poterla correttamente interpretare ma anche per agire responsabilmente ed efficacemente nel qui ed ora.

Vi anticipo uno dei brani che vi leggerò nei prossimi giorni di seminario, tratto dallo Shrimad Bhagavatam, tradotto e commentato da uno dei più grandi maestri della tradizione Yoga della Bhakti.

“In questa età del ferro, era di Kali, le persone vivono solo pochi anni, sono sempre irascibili, pigre, disorientate, sfortunate e soprattutto continuamente turbate.” (Shrimad Bhagavatam 1.1.10).

Quali sono le cause profonde del summenzionato stato di perenne sofferenza?
Ciechi che guidano folle di ciechi.

Per cui, piuttosto che contrapporci ed alzare barricate tra i diversi schieramenti politici nel tentativo di conquistare una qualche inconsistente quota di potere, è importante cominciare ad operare alla radice del problema che accomuna tutti, ovvero la sostanziale disconnessione dalla propria matrice spirituale, fatto che di per sé crea separatività, conflittualità, ingiustizia, dipendenze, angoscia.
Prima di tutto, dunque, dobbiamo sciogliere i nodi che ancora imprigionano il nostro cuore e non gli consentono di cooperare ed amare.
Per liberarci dai condizionamenti e rompere le catene dell’attuale morbida tecno-schiavitù, è indispensabile ritrovare il nostro baricentro spirituale, la nostra anima, e con umiltà invocare l’aiuto di Dio: affidarci a Lui, non per chiedergli di agire al posto nostro, bensì perché ci sostenga nell’opera rivoluzionaria di pacifica trasformazione nostra e di questa esausta umanità, affinché possiamo tutti risorgere alla luce, alla gioia e all’Amore, in pace con tutte le creature e in armonia con la natura.
Il percorso potrebbe essere impegnativo, ma anche meraviglioso, affascinante, e la gioia che scaturisce dall’anima è certa e perenne. (Bhagavad-gita: 9.2)

Marco Ferrini
(Matsya Avatar das)

Centro Studi Bhaktivedanta, Università Popolare degli Studi Indovedici

 

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