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Filosofia, Psicologia e Spiritualità dello Yoga

La disciplina dello Yoga non è soltanto, ed anzi lo è in minima parte,  quell’esercizio fisico e posturale così tanto propagandato dalla New Age, bensì ha radici culturali profonde che spesso non vengono adeguatamente prese in considerazione tanto da  risultare sconosciute ai più. 
Lo studio della filosofia, psicologia e spiritualità  dello Yoga  serve per conoscersi e migliorarsi, ed intraprendere un viaggio evolutivo per ritrovare armonia e libertà nel nostro complesso universo interiore. 
Lo Yoga è una scienza olistica che insegna a divenire consapevoli di sé, della nostra natura più profonda, e del delicato ruolo delle percezioni sensoriali quali preziosi canali  attraverso i quali vengono scaricati miliardi di informazioni prevenienti dall'esterno, che vengono poi trasmesse al sistema nervoso. 
Non filtrare con adeguato discernimento i dati  ai quali siamo costantemente sottoposti,  e un conseguente uso inconsapevole dei  nostri organi  di percezione può essere fonte di malattie psichiche e fisiche.

Dobbiamo imparare ad usare bene l’udito, il tatto e la vista, e praticando la disciplina dello yoga imparare a divenire gradualmente “signori dei sensi” (Goswami), padroni della nostra dimora interiore, e  saperli dirigere evolutivamente.  
Essere consapevoli di come è costituita la nostra personalità e di come le differenti istanze interagiscono tra di loro è il primo passo da compiere  per favorire gradualmente  la loro armonizzazione. 

L’uomo soffre a causa di determinate esperienze di vita, e quando  somatizza un evento traumatico sul piano emozionale senza averlo adeguatamente elaborato,  può tradursi in fobia, timore panico che non riesca più a controllare. Non si può separare l’uomo dai suoi vissuti, e in mancanza di un' elaborazione consapevole degli stessi la persona  vive con sofferenza, scissa a causa di contrasti e conflitti interiori.

Riscoprire il sé (atman) significa individuare il  nostro centro, la nostra essenza più profonda, il cui risplendere è spesso ostacolato dai samskara che, nella psicologia dello Yoga, sono i semi causali dell’azione, impressioni psichiche latenti, tracce esperienziali situate a livello inconscio che si sono accumulate nel corso delle diverse incarnazioni.
Karmashaya (la mente profonda, ciò che nella psicologia occidentale è definito “inconscio”), che  significa letteralmente “deposito del karma” (la radice sanscrita “kr” significa fare)  è l’esito di tutto ciò che abbiamo compiuto in questa vita e nelle precedenti, che origina dal desiderio, diviene pensiero, parola ed infine azione.

Al di là di ciò che la persona racconta, vive e sperimenta,  quanto cosciente è di sé stessa e del proprio agire, oltre le sue convinzioni ? O è piuttosto “agita” da ciò che le è accaduto, dai condizionamenti esterni e automatismi mentali acquisiti? 

L’essere umano non deve essere osservato soltanto da un punto di vista fisico o psichico, bensì considerato nella sua complessità antropologica bio-psico-spirituale.  Lo scopo della vita incarnata è, attraverso l’esperienza umana,  riconnettersi al proprio potenziale spirituale ricomponendo armoniosamente le diverse istanza della personalità.

I sempiterni insegnamenti della scienza dello Yoga offrono quindi una visione integrata dell’essere umano nel rispetto della complessità della sua  natura, e consentono di conoscere e trasformare evolutivamente i meccanismi mentali e i condizionamenti dell’umano agire che ne impediscono la piena espressione e realizzazione nel qui ed ora. Se applicata con continuità ed intensità favorisce la riscoperta delle potenzialità di ciascuno di noi è portatore, affinché possano essere  attualizzate ed  impiegate a servizio del bene nostro, di tutte le Creature e del Creato.   
Marco Ferrini 
(Matsya Avatar das)

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