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Tendere alla perfezione

Una ballerina sulle punte e il titolo della riflessione "tendere alla perfezione"

Il senso d’inferiorità non è di per sé patologico; capita di sperimentarlo mentre contempliamo un abisso o una vetta di montagna o lo splendore del sole all’alba. Percepiamo i nostri limiti, la nostra debolezza così come l’incertezza e siamo incapaci di confrontarci con queste manifestazioni, così come non possiamo paragonare la nostra forza e vigore alla potenza di un elefante, di un toro o alla velocità di una gazzella.
Ciò che diviene patologica è la competizione che tale senso d’inferiorità può suscitare.
Esso induce una serie di comportamenti reattivi e automatici quali la coazione a diventare narcisisti o inibiti e depressi.
Nel primo caso s’ingenera, per compensazione, una sorta di sindrome di superiorità ed il tentativo conseguente di voler primeggiare, divenendo critici verso persone che vivono meglio, che sono più capaci o produttive o oggetto di maggiori attenzioni, che sono più amate o semplicemente più apprezzate.
Nel secondo caso il senso di inferiorità crea un’inibizione tale per cui la persona diviene progressivamente più introvertita, fino quasi ad annullarsi.
Qual è l’atteggiamento sano per evitare queste due posizioni estreme? Il coraggio dell’imperfezione.
Tendere alla perfezione senza pretendere di esservi giunti, camminare sul sentiero della perfezione senza mai darsi delle arie di averla conseguita, alimentando una sana visione di nuove tappe da raggiungere e di nuove realizzazioni, in modo da essere coscienti che la perfezione é sì una realtà ideale, ma nel momento in cui la si persegue dona già i suoi primi frutti.

Marco Ferrini (Matsya Avatar das)

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