Skip to main content

Ricordare è spalancare le porte alla libertà e alla parità dei diritti di tutti

Oggi, 27 gennaio si commemora la liberazione da parte dell'Armata Rossa dei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Care amiche e amici,
vorrei condividere con voi una riflessione sulla violenza che può afferrare e dominare coloro che si sono lasciati sedurre dal potere.


Il tempo e la storia.
Oggi, nel giorno della memoria, ricordiamo la tragedia di milioni di persone che furono deportate, private di ogni dignità e infine sterminate per essere "colpevoli" di non rientrare nei canoni di una ipotetica razza superiore, pensata e voluta dal regime nazista che attraverso la realizzazione di uno Stato totalitario, ha attuato il più terrificante esperimento sociale della storia.
Non so se esiste una giornata della memoria pure per le vittime dei gulag dello Stato totalitario sovietico dei tempi di Stalin. In caso non esista ufficialmente, provvediamo come persone a non dimenticare le sistematiche atrocità commesse da quel regime. Che la memoria, e con essa il senso di responsabilità, non si spenga di fronte a qualsiasi regime che faccia uso di violenza nei confronti degli avversari politici e privi i propri cittadini di libertà di parola, pensieri e volontà organizzative di pacifica protesta.

Tra le indesiderabili conseguenze della rivoluzione industriale ottocentesca, una tra le più pericolose fu l'insorgere del fenomeno della società di massa, caratterizzata dall'alienazione della persona in quanto svuotata delle sue intrinseche caratteristiche e talenti, e ridotta a numero.
Massa come fenomeno collettivo, costituito da persone sostanzialmente deprivate delle loro tradizioni e isolate affettivamente, divenute incapaci di interrogarsi in profondità e apprezzarsi reciprocamente.
L'isolamento in cui viene a trovarsi l'individuo, la cui progressiva incapacità di condivisione, tra altre cause, si è accentuata con la scomparsa dei maestri, dei riti collettivi, delle narrazioni e pratiche condivise quali sostegni di legami sociali, quale humus naturale per favorire la nascita e coltivare lo sviluppo di sensibilità umana e relazioni personali.

Non è infatti sorprendente che in questo clima socio culturale attecchisca il fenomeno dell'estremismo che conduce poi al totalitarismo - Stato totalitario, partito totalitario, leader totalitario, ideologia totalitaria: scientifica, politica o religiosa che sia - in cui un leader narcisistico, anaffettivo e ambizioso, sfrutta la fragilità e il bisogno collettivo di sicurezza della massa, generato da una progressiva incapacità degli individui di pensare e di assumersi le proprie responsabilità individuali e sociali, dando ad intendere che si farà garante delle loro istanze, finisce poi per togliere alle persone oltre il senso di responsabilità anche la libertà, ed anche la vita.

Poiché la società attuale si presenta come post-ideologica, sono in molti a credere di avere superato lo stadio società di massa, ma non è così perché alcuni pericolosi fenomeni di quel triste modello sociale permangono, ad esempio, la narrazione è quasi scomparsa, sostituita dalla comunicazione di massa.
Dunque, per stimolare le relazioni tra persone, mi sembra importante promuovere e far conoscere le grandi opere della tradizione orale, in cui il narratore e gli ascoltatori sono fisicamente insieme, nello stesso posto e vivono condividendo un'intera scala di valori, in cima alla quale l'Amore, "l'amor che muove il sole e le altre stelle", l'amore per Dio, per il creato e per tutte le creature. E questo risulterebbe anche efficacemente ecologico, proprio in questo periodo in cui sembra che l'inquinamento abbia superato il punto di non ritorno.
È la carenza di valori che genera, attualmente, quel grave stato di crisi sempre più accentuata e complicata che può essere definita una crisi da grave inquinamento dell’inconscio collettivo.

Questo inquinamento si presenta come un campo di forza a cui per io più fragili soggiacciono e ben pochi suppongono che vi sia la possibilità di uno sganciamento dalla servitù che ne deriva, per cui non si elabora nessuna tecnica per superare il problema. 
Lo yoga, mostrandoci questa possibilità, invia un messaggio di speranza ed è importante cercare di comprendere quali altri valori ci offra e come essi si possano adeguare alla nostra realtà quotidiana.

Marco Ferrini (Matsya Avatar Das)

Marco Ferrini © , tutti i diritti sono riservati. Informativa sulla Privacy
Web design by Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Centro Studi Bhaktivedanta