Verso una migliore umanità
In questo periodo di emergenza sanitaria, e socio politica, mi rivolgo a tutti coloro che, seppur soffrendo, coltivano la fede e la speranza nel superare insieme la tremenda crisi sistemica che ci attanaglia, e trasformarla in una straordinaria opportunità per edificare un mondo migliore.
Stiamo vivendo un periodo turbolento di transizione, particolarmente pericoloso non solo per la pandemia di Covid-19, bensì per la molteplicità di sfide su più fronti che segnano un passaggio epocale per l’umanità ormai globalizzata. La sfida per l’intero pianeta è allora quella di riuscire a darsi gli strumenti per portare il genere umano verso la progressiva realizzazione di un mondo più pacifico, più sano, giusto, e più libero.
Nella seconda metà del secolo scorso, l’Occidente ha quasi completato l’occidentalizzazione del mondo intero, e quasi tutti i Paesi che ne hanno subito l’omologazione sono stati asserviti al suo modello socio economico iperconsumista, che ha condotto all’inquinamento e al depauperamento della Natura, della società e delle relazioni interpersonali, disumanizzando le persone e avviando un processo che, in prospettiva, riduce i popoli a superflue masse umane in preda a sindromi possessivo-ossessive, incapaci di organizzare la loro difesa individuale e collettiva.
Ormai, come potete facilmente constatare, la sfida è reale, drammatica, urgente, anzi, irrimandabile. Tuttavia, superarla non è una utopia. Si può, ma dobbiamo esserne all’altezza. Come? Occorre ispirarsi ad un modello teorico psico-socio-spirituale che abbia a cuore sia l’immanenza che la trascendenza, e questo modello è ben espresso nella Bhagavad-gita, ove si afferma che l’umanità prospera quando ognuno offre i propri peculiari talenti (BG IV.13). Soltanto così si genera l’economia sana, la prosperità diffusa, equamente condivisa, prodotta dal lavoro, dal compimento del proprio dovere, materiale e spirituale. Ognuno, impegnandosi secondo le proprie inclinazioni, partecipa alla vita sociale dando il proprio contributo, creando abbondanza e gioia per tutte le creature, il creato e il Creatore.
Assumersi le proprie responsabilità è una virtù ancora poco diffusa. Per riuscirvi, è necessario imparare a conoscersi in profondità, ammettere i propri errori e correggerli, superando i propri limiti grazie a un nuovo modello di pensiero e una maggiore consapevolezza di sé, che rende capaci di gestire e trasformare le proprie emozioni, agire per il bene comune liberandosi dalla tirannia dell’ego, innalzando la qualità delle relazioni e la gioia di vivere.
Le buone relazioni hanno la capacità dinamica di trasformare le abitudini e di migliorarle, di favorire lo sviluppo della facoltà di discernimento e tutelarci da ogni forma di manipolazione, liberi di decidere e agire in modo progettuale e a beneficio di tutti, senza essere più soggetti a condizionamenti indotti.
Anche se il degrado della società attuale è avanzato e la crisi ha toccato profondità pericolose, dobbiamo saper vedere che, aldilà di coloro che hanno maggiori responsabilità nella diffusione di tale malessere, esiste una realtà superiore, caratterizzata da coscienza e visione elevate che orientano verso la soluzione dei problemi correnti e a impostare un futuro migliore, a beneficio di una migliore umanità.
Una rinascita vera non può che cominciare con la morte dell‘ego e dal risorgere nella nostra realtà interiore: l’anima. Tale rinascita non può che essere di natura spirituale, il che procura una nuova visione del mondo che consente di superare quella in cui, e per cui, la totalità dei conflitti che stanno accadendo, e che son sempre accaduti, costituisce l’ordito ininterrotto della storia. Una storia ripetitiva, sempre generata dalla incapacità di trovare armonia nelle relazioni, a causa di uno smisurato appetito di potere - volontà di potenza, prontamente trasformata in volontà bellica - che induce l’uomo ad impossessarsi delle risorse naturali le quali, data la crescente scarsità causata dallo sfruttamento sconsiderato, diviene l’alibi del successivo ennesimo conflitto.
E’ dunque irrimandabile avviare una rivoluzione antropologica, culturale, spirituale e non violenta, che parta dal cuore di ciascun individuo che, realizzando la propria realtà metafisica, possa ricomporre la frattura tra scienze e religioni, attraverso un pensiero elevato e l’impiego virtuoso della moderna tecnologia al servizio evolutivo della collettività, onde trasformare questo pianeta ferito in un giardino in cui l’umanità intera possa vivere serenamente e realizzarsi spiritualmente.
Per grazia di Dio e la buona volontà dell’Uomo, anche ciò che appare impossibile diviene possibile.
Marco Ferrini