Azione consapevole
Se desideriamo davvero sviluppare le nostre e altrui migliori risorse, dobbiamo prima di tutto imparare a trasmettere messaggi di benessere, gioia, speranza e soddisfazione; se siamo portatori di tristezza, sfiducia, agitazione, non solo non produciamo risorse ma distruggiamo anche quelle già presenti.
Così com’è contagiosa la tristezza lo è anche la felicità, anche se si tratta di energie con frequenze differenti ed effetti totalmente opposti: la prima è un’energia disecologica, inquinante; la seconda è il motore principale del benessere.
La felicità che scaturisce dalla contemplazione di una realtà superiore è luce che illumina l’intelletto, è gioia essenziale (ananda), è sorgente di forza inesauribile e proviene dal sé.
Il sé è l’essenza spirituale (atman) caratterizzata da un’individualità unica ed eterna, la quale non risente ontologicamente delle patologie che affliggono il corpo e la mente, in quanto energia divina motore della vita stessa.
Bhagavad-gita IV.23:
“Le azioni dell’uomo che non subisce le influenze della natura materiale ed è pienamente situato nella conoscenza spirituale si fondano completamente nella Trascendenza.”
Marco Ferrini (Matsyavatara das)