Qual è il vero successo? (Parte I)
IL FILO CONDUTTORE DEL MIO VIAGGIO INTERIORE
La conoscenza di noi stessi e dell'altro è il primo passo necessario da compiere se vogliamo evolvere, progredire, star bene e realizzare lo scopo della vita.
Tale conoscenza si acquisisce se prestiamo attenzione al piano intellettuale-razionale ma allo stesso tempo anche a quello emozionale, e soprattutto se andiamo alla ricerca dell'identità spirituale profonda di una persona.
Emozioni e pensieri sono come due correnti di acque psichiche che dovrebbero trovare una loro integrazione sul piano spirituale, essenziale per acquisire una conoscenza profonda di noi stessi e dell'altro e per armonizzare le varie componenti della personalità facendone un modello evoluto e piacevole, capace di interagire costruttivamente con il mondo e con i vari soggetti.
Uno dei principali temi che mi ha da sempre stimolato nella vita è come entrare in rapporto con gli altri, con i nostri compagni di viaggio nel percorso della vita, offrendo a ciascuno un contributo di valore, la possibilità di esprimersi e realizzarsi anche attraverso di noi. Diventare dunque strumenti di evoluzione, come scale che aiutano le persone ad innalzarsi e a spiccare il volo, mezzi attraverso i quali gli altri possono esprimere il meglio di loro stessi.
Questa è stata una delle mie prime più grandi ambizioni, che risale ai ricordi più lontani della mia gioventù: come aiutare le persone che incontravo a realizzare il livello più alto di libertà, di felicità e soprattutto di creatività, aspetto quest'ultimo che ancora per me rappresenta, dopo 60 anni da allora, ovvero dalle mie prime esperienze relazionali, il traguardo più grande cui mirare. Nella mia professione, nei miei vari impegni sociali e culturali, il fil rouge, il tratto fondante che ha da sempre caratterizzato ogni mio sforzo, è stata l'attenzione e la cura rivolta alle persone. Il più grande capitale è infatti quello delle relazioni, dei sentimenti genuini di amicizia vissuti in piena consapevolezza e in libertà.
É infatti fondamentale aiutare le persone a riappropriarsi della propria autonomia, della libertà di essere se stesse, secondo la propria originaria natura. Aiutarle a non aver paura dell’imperfezione, dell’insuccesso, del fallimento, a non avere paura neanche della paura. Per stimolare a credere in se stessi non c’è modo più efficace e più proficuo che aiutare a sperimentare gocce di successo e queste gocce di successo sono veramente tali quando si nutrono dell’esperienza dell’amore. Solo chi ha sperimentato l’amore - anche se solo in piccola misura - può donarlo agli altri.
Nella mia vita ho avuto esperienze di grande successo professionale, conseguendo risultati che visti dall’esterno erano sicuramente apprezzabili, ma io non consideravo quello il vero successo. Più l’apparente successo cresceva, più io mi sentivo deluso e inappagato. Ero arrivato a perdere interesse per qualsiasi valore convenzionale, proprio perché quei valori convenzionali erano collegati ad uno pseudo-successo. Mi sono ritrovato nel “mezzo del cammin di nostra vita” con la forte necessità interiore di rivedere a fondo le mie priorità, di ripensare ai miei obiettivi, di riesaminare quel modello convenzionale di successo che agli occhi degli altri era la mia vita ma che per me, vista dall’interno, era una plaga deserta, una corsa verso il fallimento, ed il timore più grande era che il mio diventasse un fallimento strutturale: l’accettazione di una serie di stereotipi sui quali adattarsi in maniera ipocrita scambiando l'insuccesso per successo o almeno dandolo a credere.
Tutti gli oggetti che mi circondavano e che erano esteriormente il segno del mio successo mi davano molto da pensare: io in realtà non li riconoscevo come tali e sapevo che attaccandomi ad essi in verità mi sarei attaccato al mio insuccesso, ad una immagine di me stesso che mi piaceva sempre meno perché legata a pseudo-valori.
Da qui è cominciato il mio viaggio di ricerca intenso, anche duro inizialmente, ma sempre affascinante per i preziosi risultati che ha prodotto permettendomi di avvicinarmi alla mia natura profonda, alla mia identità vera.
(Continua nel prossimo post...)
Marco Ferrini