La Devozione come espressione d'Amore: l'arte dell'offerta nella Bhakti
L'evoluzione umana e spirituale, vero scopo del viaggio della vita, è come un fiume in piena che vigoroso e incessante scorre nel suo moto benefico e arricchente per condurci, fuor di metafora, a raggiungere le più luminose vette della coscienza.
La volontà di evolvere è resa forte e saggia dalla sua integrazione con il più nobile ed elevato sentimento strutturante di ogni essere umano: la devozione, Bhakti.
Esso rappresenta l'espressione più alta, intima dell'Amore ed è al contempo mezzo di evoluzione e fine ultimo dell’esistenza umana: mezzo quando è ancora nella sua forma non compiuta e non perfezionata e meta finale da raggiungere quando invece si è pienamente manifestato e realizzato nel profondo del cuore.
La devozione è sostanziata dalla capacità di dare e ricevere Amore, scevra dall’attitudine di agire per ottenere tornaconti egoistici, bensì sostenuta semplicemente dalla gioia della condivisione e dal desiderio autentico e sincero di operare per il bene proprio ed altrui.
L'arte dell'offerta di quel che si ha, e soprattutto di quel che si è, si rivela dunque essenziale.
La devozione, e con essa lo spirito e l'arte dell'offerta, sono il mezzo più efficace e diretto che ci pone in contatto immediato con gli altri, includendo qualsiasi essere vivente, e con il Divino. La pratica di questi nobili sentimenti consente, infatti, di travalicare limiti e ostacoli che sono insiti nella percezione egoica ed egoistica.
Il loro sviluppo ci permette di contemplare l'altro, e quel che accade dentro e fuori di noi, con gli occhi dell'anima, in virtù quindi di una visione e comprensione più profonde della realtà, per condurci oltre le apparenze che frammentano e separano il singolo dal tutto.
L'evoluzione interiore diventa effettiva e sostanziale nel momento in cui si sperimenta la realtà privilegiando non tanto la mera logica, bensì integrandola con il sentimento puro dell'affetto, della devozione, dell'amore universale, nell'intuizione e consapevolezza che il bene dell'altro non è differente dal nostro.
La logica, certamente, non deve essere sminuita o penalizzata, anzi essa stessa è strumento necessario per agevolare l’evoluzione umana e spirituale della persona; tuttavia avrà un effetto davvero beneficio nella misura in cui sarà diretta e guidata dal sentimento dell'Amore.
Quando è solo la ragione a dirigere le diverse funzioni della personalità, a tal punto da impedire il manifestarsi del sentimento dell’Amore, le persone si inaridiscono, la loro coscienza appare offuscata, i volti sono tristi, cinici, delusi, i loro sguardi fuggenti e solitari, pur essendo magari dotate di talenti sorprendenti nell'analisi ma di fatto incapaci di pervenire ad una visione di sintesi.
Sviluppare una visione armonica della vita e del mondo, realizzando che tutto sotto l’egida legge del Dharma è meravigliosamente interconnesso ed interattivo, costituisce una caratteristica intrinseca della persona centrata nel proprio sé spirituale, la cui essenza stessa è fondata sulla volontà e sul piacere di armonizzarsi al tutto, di offrire e offrirsi, di dare e ricevere Amore.
L’Amore è l'essenza del nostro essere!
Ecco perché lo sviluppo della Bhakti, che si fonda sulla pratica dell'Amore e ricollega alla propria essenza spirituale, racchiude grandiose potenzialità che se attualizzate consentono di aiutare sé stessi e gli altri a liberarsi da condizionamenti, conflitti, disarmonie e squilibri interiori.
A volte è sufficiente una carezza o uno sguardo autenticamente amorevoli per far scomparire un'ombra sul volto e nella mente del nostro interlocutore, più di tante parole rimaste magari sul piano meramente mentale o intellettuale e non pronunciate con il cuore.
Non di rado parole dirette dalla mente, in cui magari lasciamo predominare la funzione logico-razionale, vengono distorte dalla psiche condizionata dell'interlocutore. Un’azione che invece scaturisce dal cuore, un semplice gesto mosso dalla volontà e dal desiderio di dare in spirito d'offerta, può con facilità consentirci di oltrepassare le barriere pervicacemente poste dalla mente e dalla cosiddetta ragione.
Ancorata dietro a quelle barriere, la persona muore prigioniera di ciò che lei stessa ha creato. La logica viene spesso utilizzata come strumento di difesa e di conquista; perciò se progressivamente non si coniuga all'Amore, diviene ostacolo nel percorso evolutivo della persona. Così facendo la paura e l'egoismo, in nome di ragioni di sopravvivenza, hanno il predominio, impedendo l’accesso all'Amore.
Lo scopo primario della vita è, invece, riscoprire e rivivificare questo nobile sentimento di cui siamo ontologicamente costituti e che, perciò, è già presente nel cuore di ognuno. Soltanto praticandolo ne potremo realizzare la forza intrinseca e l’effetto trasformativo che, attraverso il perdono consapevole e continuo, si manifesta con una rinnovata percezione e visione di noi stessi, degli altri, della relazione con Dio, con il creato e con tutte le creature.
Marco Ferrini