Amare con Amore
Ogni persona è per propria natura desiderosa di amare ed essere amata.
In realtà la vita non ha altro scopo e in nient'altro trova il suo valore più alto se non nell'amore.
La realizzazione di tale sentimento è però un traguardo elevato e, come tale, richiede impegno, elevata consapevolezza, cura, coerenza, spirito di sacrificio, lealtà e verità.
L’amore è un sentimento radiante, potenzialmente capace di espandersi all’infinito, in grado di dare completa soddisfazione all'essere rendendolo interiormente forte e autonomo da bisogni esterni, libero da condizionamenti, consapevole e maturo. L’Amore è il sentimento spontaneo della nostra matrice più profonda, quella dell’anima spirituale.
Nel sentire dell’Occidente il vero amore è percepito come l’araba fenice: mitologico, irraggiungibile.
La gente sperimenta perlopiù l’eccitazione dei sensi, salvo scoprire poi con delusione e sofferenza, che si tratta di qualcosa che non nutre veramente, anzi, spesso depriva corpo e mente di energie preziose. L’amore autentico è sperimentato da chi vive nella consapevolezza dell’essere, quella realtà che dona gioia duratura, profonda e indipendente da condizioni esterne.
La cultura in cui viviamo è purtroppo impregnata di valori falsi, superficiali, effimeri, che inducono i cittadini-consumatori, sempre in cerca di stimoli eccitanti, a far esperienza di sempre nuove pericolose artificiali promiscuità.
Lo Yoga ed altre opere della letteratura indovedica descrivono l’essere incarnato come un composto bio-psico-spirituale. Quest’ultima componente, l’atman, rappresenta il baricentro della personalità, il centro unificatore di tutte le attività psicofisiche e sostegno stesso della vita cosciente.
L’apparente paradosso consiste proprio nel fatto che l'individuo smarrisce la propria consapevolezza spirituale a causa di condizionamenti strutturanti. Questi ultimi rendono la persona schiava di una percezione e di una comprensione superficiale di sé, che la vincolano alla dipendenza da stimoli sensoriali e da passioni egoiche, da bisogni indotti così forti che appaiono insuperabili e condizionanti da soggiogare l'intero campo della coscienza.
Se l'Amore non è al centro della nostra coscienza, l'eros può trasformarsi in un fuoco che divampa e tutto divora… fino a distruggere se stesso.
In mancanza infatti di un processo di elevazione della coscienza, i desideri e le bramosie, frutto dell'identificazione con il corpo psicofisico, non diminuiscono con l’indebolimento del corpo, bensì sempre più incatenano l’essere al caleidoscopico sorgere e dissolversi di passioni, nella continua oscillazione di attrazioni e repulsioni (raga e dvesha) causa di affettività patologiche che producono relazioni frustranti, con profonde delusioni e sofferenze.
I Maestri della tradizione bhaktivedantica hanno insegnato come superare gli opposti e riscoprire il sentimento dell'Amore attraverso la destrutturazione dei condizionamenti e la trasformazione e sublimazione delle proprie energie. Il processo chiamato sadhana-bhakti, che viene compiutamente descritto nella letteratura bhaktivedantica, permette di avviare tale fondamentale opera di trasformazione, sublimazione e superamento delle pulsioni egoiche, consentendo di accrescere e valorizzare le qualità migliori di ogni individuo e renderlo capace di compiere quell’affascinante e trascendentale viaggio interiore che consente di liquidare la penosa separazione dell’io dal sé, ricostituire la integrità dell’essere in cui l’eros è al servizio dell’Amore, la morte della vita.
Il successo per avvicinarsi sempre più alla pienezza dell'essere e alla più alta consapevolezza spirituale, non si consegue attraverso la repressione delle passioni perché queste, se represse, tendono a strutturarsi in maniera ancor più distruttiva a livello inconscio. La soluzione non può essere nemmeno quella del loro libero sfogo, che aprirebbe completamente le porte all’oscuramento della coscienza. La realizzazione del sé si consegue attraverso la purificazione e la conseguente elevazione della coscienza fino al sentimento dell’Amore. Tali pratiche richiedono trasformazioni armoniche della personalità, scelte ponderate, svolte coscienti: e sono sempre l'esito di una serie di sforzi ben coordinati e costanti, volti a consentire il passaggio del potenziale umano alle più elevate qualità dell'anima. Come ha affermato anche Arthur Schopenhauer, “l'amore autentico è sempre compassione; e ogni amore che non sia compassione è egoismo”.
La conoscenza di immediato valore pratico che ci tramandano i testi millenari della tradizione bhaktivedantica, con i loro innumerevoli e significativi esempi di vite trasformate e di coscienze illuminate, oltre alla nostra personale esperienza nell'applicazione di tali metodologie, ci mostrano che tale trasformazione dei sentimenti è possibile attraverso un processo di rieducazione della personalità. Cambiamento in cui pulsioni ed emozioni possono essere ri-orientate e rese propedeutiche a quell'evoluzione interiore che dall’inconsistente eccitazione dell’eros porta alla stabile beatitudine della bhakti, quindi del vero amore trionfante.
Marco Ferrini