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Antidoto al dis-umanesimo in corso

Il potere del linguaggio è il fondamento dell’egemonia culturale, come il retto comportamento è la prova che è realmente possibile vivere per realizzarsi spiritualmente.

Senza un linguaggio innovativo non vi è alcuna possibilità di rinnovamento culturale, socioeconomico e spirituale.

Oggi parlare di Dio può apparire un’azione rivoluzionaria, così come riflettere sul senso della vita e della morte, e sulla funzione pratica delle virtù, anche nel senso di salute e malattia.

Non vi è crisi che possa essere superata finché non si riesca a descriverla con adeguato linguaggio e contemplarla da un superiore punto di vista rispetto a quelli di coloro che l’hanno creata.

Soltanto contemplando il nostro orizzonte escatologico, rinnovando il linguaggio della nostra contemporaneità, è possibile innalzare la visione e intravedere la soluzione dei mali che oggi affliggono la nostra società sul baratro del nichilismo.

Se ci impegniamo, seppur in estremo ritardo, ce la possiamo ancora fare. Ma è necessaria una rivoluzione antropologica, subito.

Il linguaggio e il comportamento rinnovati in senso autenticamente evolutivo è sempre il frutto e l’emblema di una nuova e superiore visione del mondo, costantemente consapevole dell’importanza della vita umana e della sacralità della vita in tutte le sue forme.

Per realizzare un’autentica prospettiva di salvezza affidiamoci a Dio, ma non fatalisticamente, bensì praticando virtù e conoscenza.

“fatti non foste per viver come bruti, ma (per) seguir virtute e canoscenza” Dante, Divina Commedia, Inf: verso 119, canto XXVI

MARCO Ferrini
(Matsya Avatar das)
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