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La pratica dell'amore per superare la solitudine

 

La pratica dell'amore può liberare dal senso di solitudine e anche da più seri disturbi della personalità. Non l'amore conosciuto soltanto teoricamente o astrattamente, né ciò che va sotto quello stesso nome ma che non implica una reale disposizione ad amare, bensì l'amore come pratica di vita.
L'amore che può davvero risolvere alla radice ogni problema esistenziale non consiste certo nella mera eccitazione dei sensi o nella bramosia di possedere che si esprime con morbosi sentimenti esclusivi e compulsivi per sopperire a propri stati di precarietà affettiva ed emotiva. L’eccitazione, la frenesia, l'euforia sono stati psicopatologici quanto quelli della depressione, della tristezza cronica o dell'annichilimento.
La pratica dell'amore, quella che ha il più alto valore terapeutico, corrisponde alla scoperta di un sentimento maturo caratterizzato dalla continua tensione verso la bellezza interiore, il bene di ogni creatura e di per sé auto-sufficiente, capace di appagare tutte le istanze affettive della persona, a prescindere dalle risposte che questi riceve dal mondo esterno.
Tale sentimento si esplicita in azioni che esprimono grande creatività e che allo stesso tempo sono vissute con viva gioia, concentrate, sagge, illuminate, responsabili, aderenti al più alto senso etico-morale. Senza un'elevazione etico-morale non si può infatti sviluppare un maturo sentimento dell'amore né tantomeno superare i propri condizionamenti. 
Nell’amore è essenziale, soprattutto inizialmente, definire l’oggetto dell’amore, un dativo: a chi do il mio amore? Se l’amore si comincia con l’offrirlo a Dio, si ha una crescita esponenziale del senso della vita, e si prosegue con successo amando tutte le creature e il creato.

Marco Ferrini
(Matsya Avatar das)

Centro Studi Bhaktivedanta, Università Popolare degli Studi Indovedici

 

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