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CON IL CUORE OLTRE LA VIOLENZA E LA PAURA
Principi Fondativi per una Civiltà dell’Amore

Seguendo gli insegnamenti e l'esempio di vita dei Maestri della tradizione Yoga-Bhakti si può praticare la meditazione attiva con successo. Tali esercizi consentono di entrare in contatto con aspetti sempre più profondi del nostro carattere e, con il perfezionamento della pratica, di accedere alla nostra autentica identità, l'io spirituale, costituito di eternità, sapienza e felicità (sat-cit-ananda) e con Dio, l’Anima di tutte le anime.

A tali conseguimenti non si possono dare spiegazioni razionali né dimostrazioni empiriche, ma quando accade, anche in misura minima, chi ne fa esperienza soggettiva sa bene di essere entrato in una nuova e diversa categoria della realtà, in cui il vecchio ordine delle cose è stato sostituito dall'interno: l'io spirituale è subentrato al costantemente mutante io empirico.

Tale conquista è la più ambita e rappresenta il più alto scopo della vita, al quale tutti, coscientemente o inconsciamente, tendiamo, se non altro per conseguire lo stato di completo ed ininterrotto appagamento interiore (santosha), indipendente dalle circostanze esteriori e libero dagli apparentemente eterni umani condizionamenti.

La meditazione (dhyana) è strumento idoneo per liberare il pensiero ordinario dai suoi condizionamenti (samskara) i quali, quanto più sono inconsci tanto più sono potenti e automatici.

Nella tradizione dello Yoga Bhakti, lo strumento principale con cui si pratica la destrutturazione di ogni condizionamento è conosciuto col nome di sadhana-bhakti: Hari-Nama-japa, bhajan, kirtan, e agire in spirito di amorevole servizio di offerta a Dio e a tutte le creature.

Quando tale metodo è praticato con idonea disposizione interiore e sufficiente costanza, consente anche a persone non particolarmente dotate di spirito di rinuncia né di marcata inclinazione empatica, di pervenire ad una visione introspettiva che, da un punto di vista soggettivo serve a conoscersi profondamente, ad entrare in un rapporto d’amore con Dio, ad amarsi e amare tutte le creature, mentre sul piano oggettivo consente di accedere ad una sempre crescente capacità di discernimento, che favorisce un decisivo innalzamento della qualità della vita sui piani fisiologico, logico, psicologico, affettivo e ontologico, con grandi benefici sia sul piano umano che divino, sia individualmente che collettivamente.

Ai nostri tempi sembra che la gente abbia raggiunto un livello di smarrimento di quel patrimonio di valori sacri e conoscenze di antica saggezza senza i quali risulta impossibile orientarsi. Se riflettiamo sulla ininterrotta campagna mediatica di odio volta a dividere la società su scala individuale, familiare, nazionale e internazionale, poco importa se l’odio assume forme di matrice religiosa, politica, sanitaria, ambientale, economica o altro, sembra che soprattutto sia importante creare un clima di sospetto, conflittualità e paura, confusione e incertezza. 

Non vi sembra che viviamo in una società sempre più violenta, come in sospensione riguardo al futuro, in modo che le persone distratte e impaurite non intralcino le decisioni dei decisori?
La nostra società è certamente in grave crisi antropologica. Riflettiamo sull’autoritarismo di certa politica, sulla passiva testimonianza di fronte alla progressiva compressione dei diritti costituzionali, fino alle discriminazioni sociali. Non vi pare che mentre il virus fisico colpisce i corpi, siano in circolazione anche ben altri virus, ancor più pericolosi e subdoli, quali la violenza verbale e psicologica che agitano le menti e feriscono le coscienze, facendo dimenticare il vero scopo della vita?

Ciò nonostante, anziché lasciarci passivamente convincere a perdere la speranza di un futuro migliore, possiamo piuttosto risvegliarci allo spirito e ricordare che ogni crisi, se ben gestita, porta con sé pari opportunità di segno evolutivo.
Immaginate allora in quale mondo potremmo vivere se, anziché sperperare la maggior parte del tempo nel riparare danni compiuti in stato di alienante inconsapevolezza, si potessero investire le nostre risorse nel riportare al centro della nostra vita Dio e i Suoi insegnamenti, dando libera espressione alla nostra più pura, profonda e insopprimibile aspirazione: quella ad Amare.

È infatti l'Amore che vince l’odio, che trasforma e libera da ogni dipendenza, restituendo senso alla nostra vita e a quella altrui, con pienezza di gioia umana e divina.

Il proposito di meditare sulla nostra relazione con Dio non è utopistico, bensì il salvifico percorso dell’anima, da fare in vita, nel qui ed ora. È la via dello Yoga dell'Amore, l'insegnamento conclusivo della Bhagavad-gita e del Bhagavata-Purana.

Marco Ferrini
(Matsya Avatar das)

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